25 December 2006

Dibattito: Stipendi

Secondo voi i compensi e gli stipendi a cosa dovrebbero essere proporzionali?? titoli di studio?? difficoltà?? risultato?? o cosa??

Parlando con una mia amica, la quale sostiene che debbano essere commisurati al titolo di studio (perchè uno ha investito dei soldi e quindi è "giusto" che abbia di più) e alla responsabilità che ne deriva, ho pensato che lo stipendio dovrebbe essere proporzionale prima di tutto ai rischi, poi al risultato.
Se ci pensate bene è giusto anche se sembra illogico.
Se prendiamo un manager, lui ha si la responsabilità, ma se fallisce quasi mai la paga(un po come i politici), e anche se la paga. il conto non è certo salato. Di esempi così se ne possono fare a bizzeffe..


Voi cosa ne pensate???

7 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Ecco qui l'amica citata da Andrea! E' vero...abbiamo parlato poco tempo fa di questo argomento durante una piacevole gita a S.Marino! La tesi che sostengo è la seguente: nel caso specifico dei politici, ritengo che in linea teorica sarebbe giusto uno stipendio abbastanza alto per queste persone,stante il fatto che sono coloro che si ocupano della c.d. "cosa pubblica", ovvero che dovrebbero portare avanti il paese seguendo linne guida giuste e prendendosi in certe situazioni anche grosse responsabilità (siano esse diplomatiche, economiche ecc.). Ho usato il condizionale per un motivo molto semplice: in Italia non siamo abituati ad una classe politica seria ed efficiente, che si occupa realmente del paese, e che quando sbaglia di fronte all'opinione pubblica che l'ha votata paga per davvero. Per questo siamo portati a pensare che ciò che guadagnano i politici sia troppo: ritengo che, al di là delle cifre dei loro compensi su cui si può discutere, il vero scandalo siano i troppi privilegi che hanno in ogni contesto essi operino (gratis questo, gratis quello...). Non funziona così: la logica ci insegna che chi più guadagna più ha da spendere per far girare la famosa economia, per questo motivo chi ha lo stipendio più alto e può permettersi certe cose, è giusto che le paghi. Semmai gli sconti vanno fatti a chi di soldi ne guadagna meno. Ma questo discorso riguarda i c.d. "privilegi", mentre per quanto concerne lo stipendio, è giusto che esso sia commisurato non solo ai rischi, altrimenti chi svolge lavori pericolosi dovrebbe essere remunerato a peso d'oro solo per il calcolo del rischio che corre. Così avremmo la rincorsa a svolgere solo certi lavori. Non credo si possa ragionare in termini così assoluti, penso invece che ad es. il percorso formativo, intellettuale o pratico, che uno ha scelto debba influire anche sul guadagno: se scelgo di fare l'università e studiare fino a 25,26,27 anni (dipende dal percorso post-universitario che in talia è molto lungo purtroppo) è giusto che poi, anche in relazione al merito, quando arrivo finalmente a guadagnare il mio stipendio sia più alto di chi magari ha scelto (in modo nobilissimo aggiungo, qui non sto certo facendo un giudizio sulle scelte) di andare a lavorare dopo le scuole superiori e guadagna già da 5,6,7 anni. Altrimenti davvero mi verrebbe da dire ... "il gioco non vale la candela". Lavorare è dispendio di energie è verissimo, ma anche studiare lo è: il problema è che l'Italia è un paese poco abituato a pensare che anche le "fatiche intellettuali" vadano ricompensate. Infine come ultima considerazione vorrei anche ricordare che in Europa siamo uno dei paesi con meno istruzione, quindi la cosa giusta da fare sarebbe incentivare i giovani a studiare, sia facendo valere finalmente un po' la "meritocrazia" che in Italia è spesso parola sconosciuta, sopraffatta invece dal "clientelismo" o "nobbismo", e sia commisurando gli stipendi anche agli sforzi fatti nel percorso formativo prima e lavorativo dopo, che ognuno sceglie di svolgere. Roberta

26 December, 2006

 
Blogger kletus said...

Ed ecco la mia risposta puntuale.
Carissima, per quanto riguarda i politici sono perfettamente d'accordo con te, dovrebbero essere i feed-back negativi dei cittadini che comandano (democrazia) a far si che chi sbagli (gravemente aggiungerei dato che prendere decisioni per 57 ml di persone non è semplice) paghi.
Per quanto riguarda altre attività occorre sempre ragionare a parità di qualcosa, se no non si può fare un confronto.
Se mettiamo due individui con lavoro pressochè comparabile, mi sembra giusto che essi percepiscano compensi simili, sia che uno abbia tre lauree o che abbia solo la licenza media. Il rischio subentra nel fatto che se uno va al lavoro, ma ci sono probabilità che non torni a casa (minatori, chi lavora sulle strade, costruttori di gallerie, ecc..)mi pare giusto che esso debba essere compensato anche più di un impiegato che se ne sta nel suo comodo ufficio, a prescindere dal suo percorso di studi.

So che a questo punto è difficile essere in disaccordo, in quanto ciò accade spesso: operai spesso specializzati che lavorano in quei campi sono remunerati parecchio.

Ma io intendo puntare il discorso (non l'ho fatto volutamente nella prima pagina del blog) sul fatto che in quasi tutti i lavori dipendenti non vi è un grosso "rischio", inteso a 360 gradi, come per esempio vi è quando uno ha una libera professione ed, aggiugo io perché penso che sia fondamentale, è onesto, assumendosi il "rischio d'impresa".

Essendo Italiani dobbiamo sempre essere bastonati, controllati, sempre con la nostra carota davanti al naso per andare avanti, altrimenti non ci sorvola minimamente il dubbio di impegnarci anche in cose che apparentemente non sono nostre o di nostra competenza; e solo con una sorta di pena certa se non si fa qualcosa, che poi è il rischio di quella mansione, che alla fine si dovrebbe commisurare i compensi.
Ciò a partire dai ranghi più alti: i cosiddetti manager. I quali all'attuale stato delle cose sembran essere immuni a qualunque forma di controllo sul loro operato.

Loro ma anche tanti altri non rischiando nulla possono anche giocare a campo minato per le loro ore di lavoro, che tanto nessuno gli rompe i "cosiddetti".

Il rischio unito col risultato penso dovrebbe essere una componente cospicua dello stipendio!! Un operaio, manager, impiegato, ecc.. avendo una sorta di pagamento a cottimo (ripeto solo per una parte dell'intero compenso)magari ci ripenserebbe se fare o meno il migliore tempo a campo minato rispetto al suo collega...

In definitiva sono, sia quelli economici che fisici o di altro tipo , dei rischi ai quali il lavoratore qualunque esso sia andrebbe incontro se.....

Concludo con una frase di Flavio Oreglio (comico):
"Il lavoro non ha mai fatto male a nessuno, ma perchè rischiare??"

26 December, 2006

 
Blogger kletus said...

Grande notizia!!
Per caso ho letto oggi Il sole 24 ore e vi era un articolo prorpio su questo argomento!!(del 27-12-06 pg 23 dal titolo: "Manger pubblici, rischi da rivedere" sotto la voce responsabilità)

Giusto per chiarire ancora una volta il fatto che i compensi non sono legati, in Italia, ai rischi che dovrebbero derivare dalla responsabilità!!!

28 December, 2006

 
Anonymous Anonymous said...

Mi posso intruffolare nel discorso anchio...

...Allora...Manager, Operai, Minatori, Addetti aulle strade, Costruttori di galleria... Sono prestatori di opera DIVERSA percui devono essere ri-compensati in maniera diversa.
La retribuzione deve essere contingente alle prestazioni, cioè avere alta strumentalità; legata alle prestazioni, come da teoria dei bisogni, per avere buona motivazione.

I lavoratori (sia manager sia operai) sono remunerati in funzione:
- dei rischi di impresa,
- del rischio personale delle proprie decisioni,
- dei rischio fisico-personale,
- dei risultati ottenuti,
-dei risultati ottenibili,
- dei risultati che porta indirettamente all'Azienda,
- dell'inquadramento nel Contratto Nazionale del Lavoro,
....e di quel qualcosa in più o in meno che valorizza l'operato, la motivazione e le aspettative del lavoratore.

In definitiva la retribuzione deve essere agganciata alla posizione ricoperta, al grado di anzianità in azienda ed al merito (Merit pay plan).

Ovviamente per i Liberi Professionisti, che sono i manager di se stessi e allo stesso tempo i lavoratori, la retribuzione dipende dalle tariffe professionali ed ora "finalmente" anche dal libero mercato che valuta la prestazione in funzione della propria PROFESSIONALITA', ESPERIENZA, CAPACITA' ed ECONOMICITA'.
NON SI SVALUTA il lavoro, ma lo si ARRICCHISCE di quel VALORE AGGIUNTO PROPRIO DELL'INDIVIDUO!

28 December, 2006

 
Blogger kletus said...

OH carissimo, ben intrufolato!!

Indubbiamente hai ragione, ma ti invito a pensare che non è possibile creare un abiente di lavoro interno ad una azienda in cui le persone si fanno concorrenza, creando un danno per la stessa ditta. Questo porta inevitabilmente alla creazione di possibili ruoli che possono essere ricoperti da persone che giocano a campo minato tutto il giorno....

Come fare SENZA MOBBING a farli tornare a lavorare?? Come ben sai i contratti non sono cosi morbidi da permettere un licenziamento, infatticome forme coercitive hanno creato gli avvisi di licenziamento..

Quello che cerco di dire è:
- se si mettesse nel contratto un rischio per il lavoratore (qualunque esso sia), ovviamente più grande sono le responsabilità più il rischio dovrebbe essere grande, allora forse si avrebbe una sorta di auto-ripensamento da parte del lavoratore;

in questo modo allora si che avrebbe senso il prendere SPROPOSITATAMENTE per alcuni lavori, che a oggi non prevedono rischi(non quelli fisici, quelli monetari e penali).

Poi comunque non penso che gli operai che per esempio estraggono l'oro prendano poi tanto.. però sono sottoposti a usure fisiche non indifferenti, comprese le "dolci" inspirazioni di sostanze tossiche che usano per lavare le gallerie e sciogliere alcuni minerali per far risaltare l'oro...

Comunque per i piccoli dipendenti ci sono già parecchie misure per tenere conto di questi rischi, ma per i grandi dipendenti non mi pare...

Secondo me più che alta strumentalità degli stipendi si dovrebbe fare come per la mattanza dei tonni!! chi comanda? c'è un grande capo?? no!!
lo eleggono gli stessi pescatori tra loro stessi. Penso che sia chi sa fare una cosa la persona adatta a scegliere chi la deve comandare..

Un po' come Collina per gli arbitri. Penso sia una decisione buona che come "insegnate sia uno di loro", magari il migliore..

Certo è che il tuop ragionamento, appellandosi a leggi economiche e fatti reali sia inappellabile, anche se penso personalmente che siano gli economisto degli ultimi dieci anni che porteranno allo sfracello il mondo, così come lo conosciamo..

Un buon auspicio per il 2007 :))

30 December, 2006

 
Anonymous Anonymous said...

emmm...interessante, mi sembra quasi la domanda del secolo!!!

24 January, 2007

 
Anonymous Anonymous said...

emm... interessante, mi sembra quasi la domanda del secolo!!!

24 January, 2007

 

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